Nella tasca laterale destra: merenda e due bustine ermetiche, una vuota, per cambiare la mascherina, e l’altra per le altre 3 mascherine, visto che si cambierà ogni ora. Nella tasca laterale sinistra: borraccia con l’acqua e amuchina; in quella interna: libri, astuccio e diario; tasca piccola sopra: telefono e fazzoletti.
E poi all’interno dello zaino tanta voglia di ricominciare, di ripartire, di rivedere i nuovi o vecchi compagni e insegnanti... ma lo zaino è anche pieno di paure e preoccupazioni. La distanza da osservare, l’igiene e le mascherine che non mascherano i timori, quelli saranno visibili dagli occhi, non possono celarsi.
Un grande in bocca al lupo per questo nuovo anno scolastico a tutti gli studenti e insegnanti, mi auguro che al di là di tutto, possa rappresentare anche un momento di gioia con cui si dovrebbe accompagnare il primo giorno di scuola.
È importante inoltre chiedersi con quali aspettative e quale percezione della realtà i ragazzi torneranno sui banchi di scuola. Oltre agli obiettivi che la scuola da sempre si pone, bisogna non dimenticare le questioni poste da questo momento molto particolare, collocarsi al momento storico-esistenziale che stiamo vivendo. Non si può tornare a scuola o continuare a insegnare come si è fatto fino a prima della diffusione del Covid. Il sistema scuola deve fare i conti con nuove domande che questa pandemia ha messo in campo. Credo sia fondamentale per questo nuovo ritorno, fare leva sul desiderio e la voglia degli studenti di ritrovarsi e rincontrarsi, chiarire che le regole di una distanza sociale non riguardano la distanza relazionale e affettiva, tutto questo è importante in quanto non bisogna ridurre la scuola solo come luogo di apprendimento ma innalzarlo come luogo di incontro con l’Altro e di Relazione.
Non vi può essere apprendimento senza oggetti d’amore e senza relazioni che trasportino energia dei soggetti.
A mio parere, al di là di tutto, la scuola ha il compito di far maturare una grande competenza: imparare a saper stare nel mondo, e oggi il mondo ha bisogno di nuove attenzioni ma degli stessi valori.
E quale può essere la via prediletta per un’educazione che si adatti alle prerogative di un mondo che cambia così velocemente e che, spesso, rischia di lasciarci indietro?
La risposta nelle parole del Professor Franco Nembrini: “C’è una sola strada che, in tutti i modi possibili, dobbiamo battere ed è la strada della bellezza. La bellezza è l’unica speranza che abbiamo, perché evoca nell’uomo, in ogni persona dotata anche solo di un minimo di sensibilità, tutta l’ampiezza del suo desiderio e quindi lo rimette in movimento”.
Buon – nuovo – inizio a tutti!
Dott.ssa Simona Cotroneo, Psicologa e psicoterapeuta, Responsabile Progetto Fair Play di Paim Cooperativa Sociale