Il fondo del mare, un fondo incantato dove si possono nascondere tesori e tragedie è il sentiero pittorico che il pittore Marco Morelli ci ha fatto percorrere con la sua mostra a Villa Isabella. Grande l'affluenza e la curiosità dei parenti dei nostri ospiti che si sono recati a conoscere l'artista. Ma anche i passanti, incuriositi dall'allestimento visibile dall'esterno, si sono avvicinati con ammirazione ai quadri per conocere la loro genesi, le loro particolarità.
" Sotto alla grande tavola blu frammenti di reti da pesca incorniciano le vele ancora spiegae di un antico veliero colato a picco come se l'equipaggio non avesse avuto il tempo di fronteggiare l'improvvisa tempesta mettendosi alla cappa. - scrive il critico d'arte Alberto Gavazzeni a proposito dei quadri del pittore livornese - Pittore da sempre visto che, da ragazzino, utilizzava, per poter dipingere, le tavole smontate dalle case-baracca in Fortezza Nuova. Per lui, quella di dipingere, è una necessità e, autodidatta, ha cominciato e si è affinato con ciò che più lo affascinava: il mare. Ancora oggi il mare, le sue onde e i suoi scogli fanno parte del suo repertorio classico e più considerato dal pubblico. " " Poi ha scoperto il gusto dell'antico e sono nati i suoi guerrieri bardati da improbabili armature, cavalieri erranti alla ricerca di draghi e fanciulle da salvare: un medioevo pittorico che si è evoluto verso le rovine. - commenta il critico d'arte - Con estrema bilanciatura dei toni e dei colori dipinge tele che sembrano raffigurare le nostre città dopo una guerra atomica. Ruderi etruschi, romani, dell'evo di mezzo : ruderi a volte delicati, a volte violenti davanti ai quali spuntano, in primo piano, i fiori, quasi a dire che la natura, alla fine, avrà ragione su tutto. " " Dai ruderi della terra a quelli del mare il passo è breve : ecco i fantasmi dei velieri le cui vele fluttuano lentamente quasi fossero spettri contornati da tutto quello con cui la nostra civiltà ha disseminato i mari, ma anche dagli increduli abitanti degli abissi. Ma la simbiosi fra mare e terra continua scoprendo i relitti delle barche naufragate nel tempo e nella sabbia; - conclude Gavazzeni - in lontananza barche a vela vanno incontro al loro destino. " Nei sui quadri Morelli, e in questo ci ricorda la poesie montaliana di Ossi di seppia, fonde in modo sublime il piano temporale e quello esistenziale: l’io si identifica in modo panico col mare e ne condivide il carattere di totalità: il mare rappresenta infatti, nel ricordo autobiografico del pittore, un principio vitale indeterminato e onnicomprensivo, in cui l’esistenza del singolo si scioglie armonicamente. " La giovane ballerina lo attese per ore, sotto il sole e avvinghiata allo scoglio, sul lungomare di Antignano, ma lui, il grande amore non arrivò e lei ballò il suo addio alla vita. Si gettò dallo scoglio e morì: suicida per amore. Da allora quello scoglio, uno dei tanti che ornano come una collana di ruvidi amori e batticuori, il lungomare labronico, è stato ribattezzato lo scoglio della Ballerina; - racconta il maestro Morelli soffermandosi sul suo quadro - ma anche la Venezia antica ha da sempre attirato la mia attenzione e l'ho disegnata soffermandomi sui numerosi dettagli che nasconde; Porto Venere con la sua nebbia, i tramonti di Marina di Pisa e la Capraia con il suo cielo ora ocra, ora limpido, sono i protagonisti di questi quadri che spero sappiano tenere compagnia a questi ospiti speciali. "