Una mostra sul dramma dei migranti, per non perdere di vista ciò che ogni giorno accade nei nostri mari. 

Annamria Tonazzini - La pietà dell'acquaL’esposizione si è aperta venerdì 3 marzo a Lucca, nella libreria Caffè culturale in viale Regina Margherita, 113. Il titolo - quasi un manifesto - è "Oltre il mare, oltre le regole della società, qual è la sofferenza di chi fugge?": si tratta di dieci opere dell'artista Annamaria Tonazzini.

Opere in creta e dipinti a olio, su tela, su legno e su carta, tutte ispirate da immagini reali:
Pietà dell’acqua 2015 – scultura in creta. Il colore del mare di quest'opera è stato realizzato con la collaborazione del Maestro pittore Enrico Fornaini
Fede – scultura in creta
Speranza – scultura in creta
Carità – scultura in creta
Ho fame – olio su carta
Ungheria 2015, meglio morire che tornare indietro – olio su tela
Salvezza – olio su legno
Tempesta – olio su legno, tecnica a spatola
Mare rosso – olio su legno, tecnica a spatola
Natività in tenda – olio su legno

«La mostra - spiega Annamaria - è nata da una sofferenza interiore e un senso di impotenza nell'assistere a queste tragedie umane che ogni giorno avvengono sotto ai nostri occhi. Con questo l'intento di una riflessione e non solo vedere distrattamente scorrere le immagini sul televisore e nei giornali». Le sculture in creta parlano di fede, speranza e carità. Nei dipinti gli stessi temi: la fame, la tempesta, il mare, la natività, la salvezza. Opere di fronte alle quali, oltre ad ammirarne la dimensione estetica, non si può non fermarsi a pensare alla realtà che evocano.

La mostra si può visitare fino al 30 marzo, tutti i giorni dalle 8 alle 20, a ingresso libero, e il 25 marzo accoglierà un dibattito sul tema dei migranti, coordinato dalla giornalista Paola Taddeucci. Il ricavato dei poster delle sculture verrà devoluto ad una associazione che accoglie chi è in difficoltà.

L’artista ha deciso di donare a Paim Cooperativa Sociale Onlus una delle opere, “La Pietà dell’Acqua”. Quest'opera rappresenta il medico di Lampedusa, Piero Bartolo, in ginocchio che accoglie i profughi al loro arrivo: lavora come medico al poliambulatorio di Lampedusa ed è lui che viene chiamato a qualsiasi ora del giorno e della notte se ci sono degli sbarchi di migranti sull’isola. In 25 anni Bartolo e la sua squadra hanno visitato, soccorso e medicato circa 300mila persone. L'uomo è anche uno dei protagonisti del film Fuocoammare, il film documentario del 2016 diretto da Gianfranco Rosi premiato con l'Orso d'oro per il miglior film al Festival di Berlino e candidato nella categoria miglior film straniero agli Oscar del 2017.

Per via del suo mestiere, Bartolo è stato testimone di centinaia di storie di migranti e, insieme alla giornalista Rai Lidia Tilotta, ha deciso di raccontarle nel libro “Lacrime di sale”, edito da Mondadori.

Annamaria Tonazzini, con questo gesto, vuol sottolineare l'impegno che la cooperativa Paim mette proprio su questo fronte, quello della prima accoglienza.

 

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